Tra gli obiettivi fondamentali del nostro Progetto artistico, c'è senza dubbio quello di far conoscere il dramma di quei circa 300.000 Bambini e Bambine coinvolti in diversi conflitti in tutto il mondo; un inferno di cui molte persone non hanno nessuna idea e del quale spesso non si conoscono i terribili risvolti umani e sociali.
La denuncia di ciò che accade in Africa, in America Latina e in alcuni Paesi Europei, è senz'altro il primo passo per dare voce a chi non ce l'ha, e riaffermare con forza i diritti violati dell'Infanzia.
Vogliamo inserirci in un filone di “Teatro civile” perché riteniamo che l'Arte sia un valido strumento di partecipazione al sociale, e intendiamo rivolgerci soprattutto ai giovani, per far comprendere loro che l'espressione artistica può essere uno strumento privilegiato di intervento nella realtà in cui vivono.
Lo spettacolo teatrale “Armi leggere” fa parte infatti di un progetto di più ampio respiro, che prevede un'azione di sensibilizzazione delle fasce più giovani della popolazione, attraverso dibattiti, presentazioni di libri, laboratori pensati per gli studenti delle scuole medie e superiori, in un'ottica di Teatro sociale.
La drammaturgia originale da noi creata, prende lo spunto iniziale dalle testimonianze di Bambini che hanno vissuto in prima persona l'esperienza della guerra, raccolte dal giornalista Giuseppe Carrisi nel libro “KALAMI VA ALLA GUERRA - I bambini-soldato” e dal libro di Roberto Saviano “GOMORRA”, che ben ci descrive la presenza del fenomeno nell'Italia della camorra, che arruola veri e propri eserciti di Bambini-soldato.
Abbiamo così portato avanti un lavoro di ricerca e raccolta di materiali di vari autori, italiani e non (Italo Calvino, Gianni Rodari, Agota Kristof, Elsa Morante ed altri), che ci ha permesso di fare un “viaggio” nell'orrore della guerra vissuta dai Bambini.
Portare in scena le testimonianze dirette dei Bambini-soldato, significa attraversare la loro rabbia, entrare nella loro disperazione e dentro il loro dolore. Significa fare con loro un viaggio dalla vita alla morte; andata e ritorno. Sono testimonianze strazianti, ma cariche di una volontà di riscatto e di riaffermazione dei propri diritti che vuole essere gridata al mondo:“Vorrei darvi un messaggio. Per favore, fate tutto il possibile per far conoscere al mondo che cosa sta succedendo a noi bambini. Affinché altri Bambini non abbiano a subire questa violenza”.
(Una ex bambina-soldato di 15 anni, in Uganda)
Sono i Bambini, con le loro semplici ma disarmanti parole, a parlarci di pace, di volontà di riprendersi la propria Infanzia, che dovrebbe esser fatta di gioco, apprendimento e creatività:
“Spero che in ogni Paese, il Governo e l'ONU ascoltino i Bambini e prendano a cuore le nostre parole. Vogliamo una vita migliore. Vogliamo la pace. Confidiamo nel vostro aiuto per raggiungere questi scopi.”
(Un ex Bambino-soldato della Sierra Leone)
Il nostro è uno spettacolo itinerante per un attore-narratore e attori monologanti; pensato per spazi alternativi ai Teatri, come per esempio quello dell'ex carcere minorile San Michele al Lungotevere di Roma, che presenta una pianta ideale, con i suoi lunghi corridoi e le piccole celle, per la messa in scena dell'opera da noi pensata.
L'attore- narratore guiderà gli spettatori verso le diverse “postazioni”, nelle quali gli interpreti daranno vita alle singole storie. Ogni “postazione” rimanderà a luoghi e tempi differenti tra loro, per rappresentare voci singole, isolate, come quelle dei giovani protagonisti.
Quelle raccontate sono storie di abusi, violenze, storie di infanzia rubata. Ma anche storie di riscatto e di rinascita, che mettono in evidenza la grande capacità che il bambino ha di rinnovarsi, attraverso una naturale forza creativa e diciamo così, di “guarigione”, che gli è propria.
Il nostro sarà uno spettacolo multimediale, con proiezioni di immagini, musiche e suoni, proprio perché crediamo che diversi linguaggi artistici possano meglio descrivere questa complessa realtà.
Nel progetto saranno coinvolti, accanto ad attori di più consolidata esperienza, anche giovani attori dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico di Roma.
La realizzazione del DVD dello spettacolo ci permetterà inoltre di promuovere e diffondere il nostro lavoro anche attraverso il linguaggio delle immagini, da proiettare in occasione di incontri, dibattiti, convegni, laboratori artistici, presentazione di libri sull'argomento, sempre con l'obiettivo di sensibilizzare la società attraverso l'arte, sul fenomeno dei Bambini-soldato.
Il Bambino-soldato, emblema di tutti gli altri Bambini che subiscono sfruttamento da parte di adulti, sotto varie forme, è sicuramente derubato della propria Infanzia, un' Infanzia che invece è sinonimo di capacità creativa, vitalità. I Bambini, i “ragazzini”, sono infatti carichi di una possibilità di rinascita, di una forza positiva, che permette loro di risorgere e di riproporre la propria voglia di vivere con una forza incredibile. I Bambini sono capacità creativa pura. Noi vogliamo, con questo spettacolo, dare voce a questi Bambini.
1 commento:
Ciao, grazie davvero per l'iniziativa che state sostenendo, purtroppo vivo a Padova e non posso venire a vedere il Vostro progetto, ma ho pubblicato un articolo sul blog dove scrivo
http://suomiibijoux.blogspot.com/
Grazie davvero! La denuncia di quanto avviene nel mondo, soprattutto a danno dei giovanissimi, è davvero preziosa!A maggior ragione fatta tramite l'uso di una lingua universale come l'arte!
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